Gli influencer devono cominciare anche a lanciare messaggi sociali e non a essere solo strumenti di web marketing. A dirlo è Eva Bolognesi, nota fashion blogger di Instagram, che a nome di tanti suoi colleghi ritiene utile che il potente mezzo comunicativo di cui dispongono deve essere anche utile per la società. La Bolognesi, infatti, che in questa intervista illustra in che direzione il mondo dei social si sta orientando in questo momento pandemico, fornisce i suoi consigli perché gli influcener diventino anche strumenti indispensabili per la società.
Eva, normalmente la moda segue un colore di stagione. In tempi di pandemia, gli stiliti si sono orientati sulla tradizione o per la prima volta ognuno ha fatto per se. E perché?
L’impatto della pandemia ha cambiato moltissimo il mondo del luxury, uno dei settori che ha sempre seguito la tradizione, ma che ha dovuto evolversi per sopravvivere a questa crisi, utilizzando nuove tecnologie e sperimentando il più possibile sul web, basti pensare che la Milano Fashion Week si è svolta a porte chiuse (e in streaming). Quello che noto soprattutto parlando con le persone è che il periodo post primo lockdown è stato caratterizzato da acquisti sempre più mirati alla praticità, sicuramente lo smart-working utilizzato in modo massivo e la scarsissima, quasi nulla vita sociale porta tutti a cercare un abbigliamento pratico e comodo, con l’acquisto di capi casual e poco impegnativi. Per quanto riguarda la stagione autunno-inverno 2020 non troviamo un unico colore di stagione, ma una palette varia che passa dal blu con tonalità noir, fino a sfumare nell’azzurro, passando poi per il giallo pallido, anche lucido e dorato, alla nuance del beige naturale e neutro ed anche molto presente in questo periodo è il marrone che richiama il colore delle foglie, sia nella testa di moro che del nocciola. In definitiva ho notato meno orientamento alla tradizione ma anche nelle collezioni dei brand di alta moda una maggior attenzione all’aspetto della sostenibilità e l’idea che si possa andare sempre di più verso questa direzione.
Il look delle donne si tinge di gioventù, come mai? Le donne amano esporsi più come ragazze e meno come signore?
Non indossiamo mai qualcosa “a caso” anche se talvolta ci sembra così, ci dobbiamo ricordare che la “moda comunica”, già perché attraverso l’abito “comunichiamo” le nostre priorità, le nostre aspirazioni, il nostro progressismo, attraverso i colori diamo spesso forma ai nostri sentimenti. La società occidentale può considerare l’uomo over 50 come carismatico, affascinante, mentre guardando una donna, poiché siamo bombardati dall’idea di estetica e gioventù, se ne considera solo la freschezza giovanile e la bellezza, trascurando altre importanti caratteristiche. Ritengo che le donne che hanno una forte personalità e sicurezza possano indossare tubini neri, tailleur severi e magari tacchi vertiginosi sentendosi bene con loro stesse senza per questo tener conto dell’eccessiva pressione sociale.
Come scegli il giusto outfit per ogni occasione speciale?
Quando sono davanti al guardaroba, intenta a comporre un outfit mi chiedo se possa essere adatto ad una specifica occasione. Se decido di optare per il color-mixes, rispetto il fashion-diktat che impone la “regola dei tre”. Mi capita di puntare su un’unica nuance, una tinta basica, non troppo forte né troppo particolare, magari un luminoso total-white o un total black impreziosito da accessori dorati. Per me il must-have del guardaroba femminile sono un blazer, tubino nero o pantalone nero abbinato ad una camicia in seta color pastello e non rinuncio mai a décolleté con tacco alto. Amo mixare accessori trend con capi estremamente classici.
Parlando di tv, cosa pensi di tutte queste influencer tue colleghe come Giulia De Lellis, piuttosto che Chiara Nasti, che affollano i reality show?
Penso che i reality siano il mezzo più immediato per arrivare al grande pubblico nel bene e nel male, un’occasione sicuramente importante per mettersi a nudo e far conoscere se stessi. Non credo sia semplice da affrontare sia per le dinamiche interne al gioco sia per il riscontro una volta usciti: haters, l’incapacità talvolta di gestire le eventuali ospitate etc.. La cosa importante è sempre sapere cosa si vuole raggiungere, cosa si vuole comunicare ma talvolta la voglia di popolarità può cogliere impreparati. Giulia De Lellis ha fatto un bellissimo percorso perché durante la sua partecipazione al GFVIP, non solo è stata autentica ma è diventata sempre più influente, una volta uscita ha raccolto moltissimi consensi, riuscendo ad aumentare la sua reputation e stringendo collaborazioni con importantissimi brand.
Tu affronteresti mai una trasmissione del genere?
Comincio con il dire che sono una persona molto open verso le varie opzioni professionali e personali che la vita può offrirmi, l’idea di poter partecipare ad un reality mi ha sempre affascinato non solo per un discorso di popolarità ma anche per tutto quello che può offrire questo tipo di percorso sia a livello introspettivo sia per la condivisione dell’esperienza stessa con gli altri. Sicuramente potrebbe rappresentare un’interessante crescita personale che però potrebbe avere ripercussioni forti ed anche imprevedibili, in sintesi non saprei dire se oggi sarei pronta a questo.
Pensi che il Premier Conte abbia fatto bene a rivolgersi a Chiara Ferragni per lanciare messaggi ai giovani sull’uso della mascherina protettiva?
Ritengo che sia importante da parte degli influencer voler e saper sfruttare il loro potenziale comunicativo per lanciare messaggi socialmente utili. Anche se la scelta del Premier Conte è stata da molti criticata, è stata a mio avviso una mossa intelligente per poter parlare ai giovani e giovanissimi che per lo più non ascoltano i politici ma sono più propensi ad accettare consigli dai loro idoli che parlano la loro stessa lingua.
Se tu invece dovessi usare il tuo profilo social per lanciare dei messaggi, che tipo di messaggi lanceresti?
In realtà è da un po’ che ci penso: proprio facendo un passo indietro a diversi anni, riflettendo su me stessa durante il periodo universitario mi ricordo che non avevo idea di quello che sarebbe accaduto dopo, come prospettive, possibilità etc. Mi piacerebbe mettere a disposizione le mie competenze sul mondo del lavoro/aziendale per orientare e supportare i giovani nel difficile momento di passaggio dal percorso formativo a quello professionale. Questo potrebbe comprendere sia contenuti di carattere più esteriore (il modo di vestire) ai contenuti di carattere più sostanziale come argomenti da affrontare o meno durante i colloqui. E’ solo un’idea ma credo che si potrebbe creare qualcosa di immediato e non noioso per concretizzare suggerimenti a ragazzi e ragazze che si trovano ad intraprendere esperienze lavorative.